Il Parco Archeologico di Elea-Velia è localizzato nel Comune di Ascea, a pochi chilometri da Casal Velino e costituisce uno dei grandi attrattori culturali del Parco Nazionale del Cilento.
Le prime notizie relative alla sua fondazione vengono fatte risalire alla seconda metà del VI sec. a.C. ad opera dei Focei in fuga dai Persiani e alla ricerca di una nuova “collocazione” politico-culturale. Secondo Erodoto, infatti, la fondazione del primo insediamento urbano è databile tra il 540 e il 535 a.C. Il percorso che condurrà gli abitanti dell’antica Focea fu, però, assolutamente lungo e tortuoso. Proprio la fuga dai Persiani li aveva spinti prima a Massalia (Marsiglia) e poi ad Alalia (in Corsica). Proprio quest’ultima fu lo scenario della guerra contro Etruschi e Cartaginesi, guerra che i Focei vinsero riportando, però, numerosi danni alla propria flotta. Naufragati sulle coste di Reggio furono indirizzati verso i territori di Elea da un abitante di Posidonia (l’attuale Paestum).
I terreni dove nacque il primo insediamento (in prossimità dell’antica fonte Hyele), in realtà, furono acquistati dagli Enotri ma ben presto l’acume politico e commerciale di quelli che un tempo erano gli abitanti di Smirne, condussero Elea ad intrattenere floridi rapporti commerciali e a resistere (caso unico) alle pressioni militari dei lucani, anche grazie all’imponente struttura difensiva costituita da cinte murarie e torri nei punti strategici dell’insediamento.
A rilevare, però, è il gran peso culturale che assunse (e che tuttora ricopre) la scuola filosofica del Presocratici che vede in Parmenide e Zenone di Elea i massimi esponenti di una sorta di rivoluzione culturale che coinvolse l’intera Magna Graecia.
Elea continua il suo inarrestabile percorso di crescita fino all’88 a.C quando entra a far parte dei domini romani cambiando denominazione in Velia ma conservando, comunque, una discreta indipendenza testimoniata dalla possibilità di continuare ad adottare la lingua greca e di continuare a battere moneta. Il periodo florido terminerà solo con l’età imperiale, quando i cittadini di Velia furono costretti ad “arretrare” insediandosi in quella che oggi rappresenta la parte alta dell’Acropoli.
Il declino, però, era inevitabile, soprattutto per un centro ormai fuori dagli scambi marittimi del Tirreno, peraltro sprovvisto di vie di collegamento agevoli. A partire dalla prima metà del 1400 entra a far parte dei possedimenti dei Sanseverino per poi essere successivamente ceduta alla Real Casa dell’Annunziata di Napoli.
Il percorso inizia con la consueta “passeggiata” lungo via del Porto fino al Pozzo Sacro e, proseguendo lungo le mura, si arriva al Quartiere Meridionale ed alla sua cinta muraria. Proseguendo si giunge a Porta Marina Sud e Via Marina ai cui lati è possibile osservare l’Insula I e l’Insula II. Quest’ultima appare costituita da due tabernae con due aree scoperte e tre portici. Le strutture, chiaramente di epoca romana, erano dedicate al culto mentre il Criptoportico era sicuramente destinato ad attività di natura culturale, come risulterebbe dai ritrovamenti di teste marmoree di Lucio Cesare e di Livia, oltre che della Tyche (Fortuna) e di Parmenide. L’Insula I, invece, era probabilmente costituita da botteghe ed abitazioni.
Proseguendo si giunge alle Terme (databili II sec. d.C.), edificio costituito da caledarium, tepidarium e frigidarium, alimentato grazie alle acque provenienti da una cisterna posta in posizione rialzata, nei pressi di Via di Porta Rosa. Proprio quest’ultima rappresenta il fondamentale crocevia tra Quartiere Meridionale e Quartiere Settentrionale e, ovviamente, conduce all’elemento architettonico che, forse, meglio rappresenta Velia nel mondo. Proprio la scoperta di Porta Rosa (risalente al 1964 grazie all’archeologo Mario Napoli, che le attribuì questo nome in onore della moglie) ha gettato qualche dubbio sulla tesi, fino ad allora comunemente accettata, secondo cui l’arco a volta fosse invenzione prettamente etrusca.
Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito ufficiale della Soprintendenza. Gli orari di apertura al pubblico, invece, si differenziano a seconda di mesi e stagioni secondo il calendario che segue:
Mese | Giorni | Orari |
---|---|---|
Gennaio | 1-31 | 9.00-15.00 |
Febbraio | 1-15 | 9.00-15.30 |
Febbraio | 16-29 | 9.00-16.00 |
Marzo | 1-15 | 9.00-16.15 |
Marzo | 16-31 | 9.00-16.30 |
Aprile | 1-15 | 9.00-17.30 |
Aprile | 16-30 | 9.00-17.45 |
Maggio | 16-31 | 9.00-18.00 |
Maggio | 16-31 | 9.00-18.15 |
Giugno | 1-31 | 9.00-18.30 |
Luglio | 1-31 | 9.00-18.30 |
Agosto | 1-15 | 9.00-18.15 |
Agosto | 16-31 | 9.00-17.45 |
Settembre | 1-15 | 9.00-17.15 |
Settembre | 16-30 | 9.00-17.00 |
Ottobre | 1-15 | 9.00-15.30 |
Ottobre | 16-31 | 9.00-15.15 |
Novembre | 1-15 | 9.00-15.00 |
Novembre | 16-30 | 9.00-14.30 |
Dicembre | 1-15 | 9.00-15.00 |
Dicembre | 16-31 | 9.00-14.30 |