Home » Marina di Casal Velino
Marina di Casal Velino
Una veduta di Marina di Casal Velino dall'alto

Marina di Casal Velino

La storia dell’antico borgo di Marina di Casal Velino risale alle vicende di Elea-Velia e, comunque, all’epoca della dominazione romana della cittadina di Parmenide. A testimoniarlo i basamenti di terme romane ritrovati in prossimità della Cappella di San Matteo ad duo flumina e l’idea che, comunque, la comunità di Casal Velino, abbia iniziato il suo sviluppo proprio a partire dai luoghi più prossimi al mare. In località San Matteo (all’epoca assolutamente più estesa dell’attuale e, soprattutto, assolutamente più vicina alla spiaggia) è stata ritrovata una tomba e molti cocci di ceramica databili tra il II sec. a.C. e il IV sec. d.C.; è stato inoltre ritrovato un pezzo di pavimento a mosaico databile I sec. d.C..

Cenni storici rinviano inoltre alle vicende relative alla traslazione delle reliquie di San Matteo, Santo Patrono della frazione; vicende che ricollegano la storia di Marina di Casal Velino con quella di Velia e Paestum. La tradizione vuole che a ritrovare le sacre spoglie nei pressi di una fonte termale a Velia sia stato il Monaco Atanasio proprio su suggerimento del Santo. In realtà la leggenda narra che a condurre le sacre reliquie in Italia fosse stato Gavino, a seguito della spedizione romana contro i Bretoni.

Da qui inizia poi la storia della traslazione a Casal Velino. Si racconta, infatti, che San Matteo indicò alla pia donna Pelagia il luogo esatto dove sarebbero state ritrovate le spoglie: la Basilica Paleocristiana di Velia. Il Monaco Atanasio, allora, trafugate le sacre reliquie su indicazione della madre, le “occultò” in quella che all’epoca era la Chiesa di Santa Maria Odegitria ad duo flumina (e che oggi sarebbe la Cappella di San Matteo). Da qui il monaco provò più volte a trasportarle senza mai riuscirci, tanto da decidere di riporre le reliquie “in ecclesia que non longe a cella illius sita erat”. Le alterne vicende termineranno con la decisione del Principe Gisulfo I di trasferire le spoglie di San Matteo a Salerno, dove sono attualmente custodite.

E’ proprio da questa vicenda che si dipana la storia dell’antico borgo marinaro di Marina di Casalicchio. Uno dei primissimi atti ufficiali è del 977 anno in cui il vescovo di Paestum Pandone fu “costretto” a cedere, con due atti, 9 approdi tra cui anche quello di San Matteo, sancendo il compimento della definitiva conquista longobarda del Cilento. Il piccolo borgo era situato nell’area in cui ancor oggi è possibile visitare la Cappella di San Matteo ma, con maggior precisione, l’area da cui prese il via il processo di inurbamento di Marina di Casal Velino, è equiparabile alla zona sita sulla sponda destra del fiume Alento che, all’epoca, aveva uno sbocco sul mare molto più prossimo. Da ricordare, inoltre, che proprio in prossimità di quella che all’epoca era la foce del Fiume Alento, è localizzabile un approdo di dimensioni tali da consentire fiorenti traffici commerciali via mare a molti paesi del Cilento interno.

La prima Chiesa di San Matteo venne realizzata nel 1048, ovvero soltanto dopo che Guaimario IV, Guido Conte di Conza e Pandolfo di Capaccio, suddivisero gli antichi territori ad duo flumina in tre parti uguali. In realtà a dare il via ai lavori della Chiesa, edificata nel territorio spettante a Guido, fu Teodora di Tuscolo, moglie di Pandolfo che decise di edificare l’edificio di culto in territori comunque distanti da quelli che dalla spartizione spettarono al marito (approssimativamente nell’attuale area di Torricelli). La dominazione dei tre fratelli, però, durerà pochissimo tempo e comunque non oltre il 1077.

Teodora di Tuscolo, tuttavia, dopo la morte del marito, pur lasciando il potere sui territori per dedicarsi alla vita monacale, chiese ed ottenne la possibilità di mantenere il potere sull’antica Chiesa di San Matteo ottenendo anche la garanzia di poter continuare a seppellire i morti dell’abitato nel perimetro della chiesa. La prova dell’esistenza di un centro abitato, oltre che nella necessità di trovare un luogo da adibire a sepoltura, è nelle vicende riguardanti la traslazione delle reliquie del Santo Matteo e, soprattutto, nei tentativi del monaco Atanasio di ricondurre i resti mortali dell’Apostolo in Oriente. Questo testimonierebbe, oltre che la presenza dell’abitato, anche di un approdo importante e degno di nota, atto ad accogliere anche navi di grossa dimensione.

A partire dal 1073 l’area entra, in toto, a far parte dei possedimenti della Badia di Cava, insieme ai territori limitrofi e, in particolare, a quelli di San Giorgio e San Zaccaria. A partire dalla fine del XII secolo però San Matteo visse un periodo di intenso spopolamento tant’è che si ritiene che la maggior parte delle entrate dell’Abate di cava fossero legate alle merci commercializzate nell’antico approdo. Della Chiesa non si avrà più notizia dal 1362 in poi. Il centro abitato, invece, fu annesso a Casalicchio a partire dal 1436, anno in cui ricadde nei possedimenti dei Sanseverino, e settant’anni dopo fu costretto ad affrontare una tremenda epidemia di vaiolo (che infestò anche località San Giorgio).

Ma questa frazione del territorio casalvelinese ha assunto importanza nei secoli anche per un altro importante aspetto. E’ convinzione diffusa, infatti, che l’approdo di quella che all’epoca dei fatti era conosciuta come Marina di Casalicchio, fosse un luogo determinante per i traffici commerciali, non solo per le popolazioni dell’entroterra, ma anche per legni e vascelli di eserciti importanti come quello inglese e francese soprattutto a partire dal 1800. L’approdo risulterà ancor più importante a partire dalla seconda metà del 1500: fu proprio in quel periodo (e precisamente nel 1567) che fu dato il via ai lavori per la costruzione della Torre di Dominella.

I lavori termineranno soltanto nel 1600; il primo torriere designato fu Martino Di Martino, nel 1605. Gli succedettero Fasano Scacco, Paolo Cammarota, Gioacchino Novella e Giovanni Carlo Schiavo.

OGGI – Oggi Marina di Casal Velino è una ridente località turistica, posta al centro della Costa Cilentana, che ogni anno accoglie migliaia di turisti da ogni parte d’Italia e da parte dell’Europa continentale. In realtà “l’antica spiaggia dei cilentani” può offrire soluzioni e scenari diversi per ogni esigenza, riuscendo perfettamente a rispondere a ciascun particolare desiderio dell’utenza.

Con le sue spiagge, che si sviluppano tra Pioppi ed Ascea e insignite da anni della Bandiera Blu, offre infatti un’ampia varietà di scelte, risultando adatta sia per le famiglie con bambini, grazie alla spiaggia che dal centro del borgo procede verso Ascea e grazie alle numerose attività commerciali e ai lidi, sia per chi, magari, cerca posti meno frequentati, tranquillità e relax (e in questo caso opterà per le spiagge che da Casal Velino procedono verso Pioppi).

Marina di Casal Velino è inoltre l’ideale per i diportisti. Il porto turistico di Casal Velino è infatti situato in posizione strategica tra Pioppi ed Ascea (le alternative più a portata di mano sarebbero, infatti, quelle di Pisciotta ed Acciaroli) ed è in grado di supportare gli appassionati con un’ampia serie di servizi, peraltro attivi tutto l’anno. Da qui, inoltre, è possibile prenotare ed organizzare gite nelle località più suggestive della Costa del Cilento, da Palinuro a Camerota, da Acciaroli a Punta Licosa.

Insomma, proprio per la sua posizione privilegiata, Marina di Casal Velino consente le scelte più disparate in tema di intrattenimento, escursioni, enogastronomia e divertimento.